venerdì 6 marzo 2009

PARKOUR E FREERUN




Il Parkour non è spettacolo, non è coreografia o insieme di mere acrobazie ma un vero e proprio percorso di preparazione atletico/fisico/mentale per rendere l'atleta in grado di muoversi con agile disinvoltura in uno scenario naturalmente urbano, puntando sull'efficacia e velocità dei movimenti vertendo sull'autocontrollo, la coscienza delle proprie paure, riflessi e sangue freddo. Una sfida con se stessi a spostare sempre oltre i propri limiti: scale, pendii, precipizi pareti, muri non sono ostacoli invalicabili, sono limiti mentali; consapevole dei propri mezzi il "traceur", letteralmente "colui che traccia", aspira a superarli. Le crew (gruppi) di giovani in cui si ritrovano i traceur non si fermano davanti a nessun impedimento architettonico con il motto spostarsi nello spazio e nel tempo utilizzando gli elementi dell'habitat urbano a mani nude.
Il FreeRun, è un concetto libero che va al di là di regole e limiti ma a differenza del parkour i traceur puntano molto sulla costante estetica dei movimenti e la fluidità tra una figura e l'altra.I primi a fare conoscere questa forma di corsa libera nel mondo furono gli Yamakasi, sette atleti incredibili, con l'omonimo film del 2001. Oggi il parkour conta crew in tutto il mondo, in Spagna e in Portogallo prevalgono l'esperienza degli Umparkour e dei Parkourpt. A Mosca c'è una grandissima tradizione di parkour è il paese europeo con più traceur - la PAWA (Associazione Mondiale Parkour) ha creato una versione del loro sito interamente dedicata ai ragazzi russi.
Voi cosa ne pensate, vi piacerebbe?
GF ed EC

2 commenti:

  1. Questi sono fuori di testa...oltretutto lo fanno senza alcun tipo di protezione!
    Dicono che il segreto per eseguire queste acrobazie è di non tenere a mente i propri limiti:in un'intervista una di queste persone che fa parkour, ha detto che quando fa le acrobazie basta pensare che "ce la posso fare"...
    chissà, magari non bisogna essere Superman per fare queste pazzie!!

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  2. Parkour uno sport pericoloso e difficile da diversi punti di vista. C'è chi lo ritiene pericoloso e si preoccupa per i loro "bambini" (le mamme) invece, gli atleti, i praticanti di questo sport non si preoccupano... per loro è facile... Giovanni Camazzini 2°G

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